Non aver più paura

Non aver più paura di essere uno tra tanti
Quando non ci sarà più nessuno a far la differenza
Non ci dev'essere per forza qualcosa di unico
Non è tutta magia quel che non sai capire

Non aver più paura di un accordo minore
Quando la tua musica vorrà avere stile
Osa su ogni bemolle
Divertiti su quel tono grave

Fidati di quello che senti
E poco di quelli che vedono
Quelli che parlano e dicono
Quelli che sanno e ripetono

Non aver più paura dell'acqua alta
Goditi il momento in cui staccherai i piedi dal fondo
Quello che hai toccato per troppo tempo
Quello che ti faceva male alla pelle

Non aver paura di piangere e ballare
Quando ti sentirai di farlo
Non importa se ridere o soffrire
Usa le emozioni come ti pare

Fidati di te solo e soltanto
Perché alla fine nessuno al mondo
Sa cosa è meglio per te
Sa cosa è giusto farti provare

Non aver più paura del buio
Quando spegneranno le luci
Vedrai benissimo dove sarai
Saprai davvero dove trovarti

Non aver più paura dei cambi di stagione
Quando a maggio pioverà
Anche con le nuvole c'è il Sole
Basta stare sotto la stessa Luna

Fidati delle intuizioni
Di quello che ti fa decidere
Veloce come fosse facile
Sapere quanto e cosa investire

Non aver più paura dei pensieri
Quando la musica avrà il suo volume
Qualche decibel di follia
Tanti battiti in ogni minuto

Non aver più paura delle domande
Quando nessuno saprà le risposte
Nessuna certezza a cui credere
O speranza dura a morire

Fidati del primo che passa
Di chi ti promette l'America
Di chi ti fa ridere e piangere
Di chi ti fa vivere felice

Rosso flamenco

Tra mille sfumature, luci ed ombre da aggiustare
Tu resti un punto fermo, la mia regola migliore
Al suono di chitarre, calci e battiti di mani
Regali ai miei pensieri le vertigini che ignori

È un letale tormento
Il tuo rosso flamenco
Con quei colpi di tacco
Batti chiaro il tuo tempo

Più ti voglio e ti guardo
Più mi sto ritrovando
Dentro questo bisogno
Del tuo ritmo già caldo

A perdere il controllo o nel commettere uno sbaglio
Non so che cosa scegliere, che cosa so far meglio
Come la gonna dondola al ritmo dei tuoi passi
I miei pensieri tremano all'idea di esser sveglio

Nella testa un frammento
Del tuo rosso flamenco
Del tuo splendido ballo
Che mi perde nel tempo

Ossessione di giorno
Notte persa nel limbo
Di una donna e il suo sguardo
Sopra a un palco di legno

La musica si ferma e resti in posa col fiatone
La rosa tra i capelli non è pronta per morire
I piedi ancora caldi si distendono al piacere
Distingui tra gli applausi la mia splendida versione

Seguo quel filamento
Nel tuo rosso flamenco
La passione e il lamento
Di restare al tuo fianco

Con la mente rimango
Nel tuo dolce momento
Quel vestito va tolto
Il tuo rosso flamenco

Black-out

Credo nel black-out
Nel momento in cui la mente non sa più chi sei
Cosa stai facendo, cosa dovresti fare
Ma sai perfettamente cosa vuoi.

E lo fai.
Lì, in quel momento
E non dopo.

Assopito, quasi estraniato dal mondo
Ma cosciente.

Il tempo gira e tu non lo conti
O almeno non credi di farlo.
Finché ti accorgi di fremere
Perché arrivi al più presto quel momento
O di desiderare che quell'istante non finisca mai.

Il tempo gira sempre
Il mondo si comporta allo stesso modo.
Entrambi sono e restano impalpabili
E in quel buio, in quel momento
Anche se riesci a vedere benissimo
Non sai afferrarli
Non sai modellarli.
Quasi annoiato dal loro solito muoversi
Preciso, costante, prevedibile, inesorabile.

Non ci sono ombre nel black-out
Ma ci sei tu
E tutto quello che c'hai tirato dentro.
O forse ti ci sei trovato.

Tu, senza quelle regole che sono rimaste fuori
Precisamente a disagio
Ma al tuo posto
Dove vuoi essere.
E quando tornerà la luce sarà diverso
Sarai diverso
Ma sempre tu
E i tuoi black-out
La tua esperienza
La tua valigia di emozioni, sbagli e avventure
Da condividere con chi vuoi
O tenere chiuse
Per sempre
Dietro a un sorriso furbo e ribelle
Un ricordo di ciò che è stato
Di cosa sei oltre quella faccia
Che hai indossato tutto il tempo.

Una lacrima triste o di gioia
Sotto a un volto sempre uguale e perfetto.

Dov'ero io

Dov'ero io quando piangevi di notte?
Quando singhiozzavi da sola
Oltre la porta del bagno socchiusa
O mentre cercavi i difetti al vestito
Di spalle a uno specchio mai vero.
Quando avevi paura di domani
Di cosa sarebbe successo
Di cosa sarebbe cambiato
Se ce l'avresti fatta davvero
Se avevi bisogno d'aiuto.

Quando volevi andartene per sempre
Ma forse solo per un po'.
Nel momento in cui la scelta
Non era tra giusto o sbagliato
Tra meglio e peggio.
Dove l'unica cosa importante
Era togliere il groviglio nel cuore.
Nessuna reazione più umana.
Resta il tempo e il suo lento passare
Capace di risolvere tutto.

Dov'ero io quando ridevi felice?
Quando tra tutta la gente eri allegra
E niente piegava il sorriso
Di chi sceglie di vivere al meglio.
Quando gli sguardi sinceri e diretti
Ti facevano arrossire e scaldare
Al tepore di attese soddisfazioni
Combattute con grande fatica.
Solo quando attraversi i traguardi
Sai di avercela messa tutta.

Quando ti arrendevi al sudore
Confidando nella comprensione.
Dove il viaggio regalava esperienza
Novità e ricordi di foto mai sbiadite
Come parole scolpite nella roccia
Al riparo da vento e intemperie.
Ai ricordi si aggiunge il futuro
Consapevole di ciò che è certezza
Di tutto ciò che c'è e non passa
Franco a terra come un faro impavido.

Dov'ero io e dove sono adesso?
Dietro gli occhi che guardi riflessi
Tra le dita che passi tra i capelli
Nei palmi che ti accarezzano
E ti stringono sicuri in un giro di valzer.
Nelle labbra che baciano e mordono.
Nei pensieri che danno ristoro
Che non portano odio e rancore.
Nei silenzi che fanno decidere
Quali strade crediamo sicure.

Quando tutto è passato e possibile
Non esiste un'idea incomprensibile
Non c'è niente di oscuro e sospeso
Sono qui che ti aspetto di nuovo.
Tra il bisogno di averti serena
E sentirti davvero più bella
Desiderio di giochi privati
Sogno vero di giorni vissuti.
Dov'ero io e dove sono adesso?
Io lo so già e anche tu, ne son certo.

Nella città che non dorme

Lascia stare il rossetto, la borsa e quel trucco
Che ti voglio portare a ballare davvero
Fuori il mondo è già sveglio e ci aspetta nel buio
Tra lampioni che illuminano gonne di nero
Non c'è tempo per chiedermi quanto staremo
Tra le strade e i locali a parlar di qualcuno
Per poi perderci dietro a bicchieri di vino
E trovarci abbracciati alla fine del molo

E anche stasera esci di casa
Non dirmi no, non trovare una scusa
Per ritrovar la strada segui le orme
Non perderti nella città che non dorme

Non tenere nascosto il tuo lato imperfetto
Non far finta di niente, che tanto ho già visto
Che ridevi da sola davanti allo specchio
Pregustando il sapore di ciò che hai previsto
Con il tacco mi spingerai nudo sul letto
Mi travolgerai con le tue labbra sul collo
Con la testa poggiata al cuore dentro il mio petto
Non ti scorderai di quanto sia stato bello

E anche stasera fuori di casa
Lungo la notte sarai la mia sposa
Voglio guardare il tuo corpo e le forme
Muoversi nella città che non dorme

Etilico

Questo tipo di equilibrio non riesce mai a cadere
Vedo il mondo un po' distorto attraverso il mio bicchiere
Tutto il male sembra bene e tutto il bene mi fa ridere
Non riesco a ragionare in una bolla infrangibile

Ho
La sensazione di aver già vissuto
Questo momento
E tu
Non puoi capire quanto mi diverto
A vederti sconvolto

Questo spirito di vino
È la mia pace
Che poi si traduce
In un sogno un po' etilico
Che proprio mi piace
Che un po' ti seduce

Tutto più caleidoscopico
Perdo la voce
Ululando alla luce
In un sogno un po' etilico
Che proprio mi piace
Che un po' ti seduce

Gesti lenti e sempre ampi con immagini confuse
La mia lingua lega strette le parole più costose
Sbiascicando frasi a stento cerco di farti capire
Quanto è vero il mio momento, quanto ho da raccontare

Qui
È il luogo dove scappo e mi nascondo
Quando mi vergogno
Qui
È il luogo dove brindo e sono contento
E pago il mio conto

Questo spirito di vino
È la mia pace
Che poi si traduce
In un sogno un po' etilico
Che proprio mi piace
Che un po' ti seduce

Tutto più caleidoscopico
Perdo la voce
Ululando alla luce
In un sogno un po' etilico
Che proprio mi piace
Che un po' ti seduce

La tua dimensione

Dove credevi di andare
Mentre con quella faccia da schiaffi ridevi
E ti prendevi il potere
Di chi pensa di essere il solo ad avere
Il diritto di usare
Tutti i giochi del mondo soltanto per farlo
Per vedermi soffrire
Per convincerti poi che ho paura di te
E della tua dimensione

Resta lì
Tra un po' di fumo e qualche serata in estasi
Tu e lei
La dimensione di quello che io non sarò mai
Goditi
Qualche minuto di gloria con gli amici ipocriti
Tu e i tuoi guai
Potete star lontani da ciò che vomiterei

Come potevi sognare
Un'avventura incantata lontana dai luoghi
Che non vuoi abbandonare
Tutte quelle abitudini tediano il tempo
E fanno presto a stancare
Quelli che non ricordano quanto era assurdo
Stare con te...
E adesso sembra strano ma...
Non hai una dimensione

Sempre lì
Con i tuoi sballi insieme a tipi loschi che
Hanno guai
Molto più grandi di quel poco che sopporterei
Spostati
Dalla mia vita e dalla vista di quei pochi idioti
Non lo sai
Di cosa pensi in fondo non me n'è fregato mai

Muoviti
Ogni motivo nasconde una scusa dietro una bugia
Come stai
Quando ti guardi in faccia a un vetro che distruggerei
Usali
Tutti questi anni a costruire cose inutili
Tu e lei
La tua dimensione che io non capisco mai

Strionézzo

Muoviti, muoviti, alzati e tieniti
Stretto alla barra, timone di vita
Seguimi, seguimi, ugole e fremiti
Tra posti magici e schiocchi di dita

Il tuo talento puoi anche sprecarlo
Sarebbe peggio lasciarlo assopire
Togli guanciali a passioni di marmo
Che gioie di rabbia sapranno scolpire
Non sussurrare con l'alito "Grazie"
Per non temer di sentirtelo dire
Danza nel fuoco bruciando malizie
Sciogli la neve che fredda ogni cuore

Pagali, pagali, tutti i tuoi debiti
Non li lasciare aspettando domani
Giocali, giocali, quei pochi numeri
Giri di ruota e passaggi di mani

Reciti formule come preghiere
Speri qualcuno le possa ascoltare
Premi le mani su quelle fessure
Cerchi un rimedio o chi sa riparare
La tua natura di essere attore
Nella commedia tra il palco e l'altare
Ripeti frasi cercando un colore
Stregoneria che non dà mai paure

Credimi, credimi, supera i limiti
Non puoi vedere soltanto alla luce
Guardali, guardali, paesaggi unici
Dopo la notte non tutto svanisce

Conta le stelle, le nuvole i campi
Salta nei cerchi e poi escine fuori
Alza le mani, digrigna un po' i denti
Spendi più tempo a raccogliere fiori
Trova la favola giusta a cui credere
Riempi gli spazi tra te e la fortuna
Cogli quegli attimi facili a perdere
Sfila pensieri attraverso la cruna

Muoviti, muoviti, alzati e tieniti...
Seguimi, seguimi, ugole e fremiti...
Pagali, pagali, tutti i tuoi debiti...
Giocali, giocali, quei pochi numeri...
Credimi, credimi, supera i limiti...
Guardali, guardali, paesaggi unici...

Dopo la notte non tutto svanisce

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